venerdì 29 luglio 2011

Baby dance

Qualche idea per far ballare i più piccoli...








E per i più modaioli non può mancare Danza Kuduro...


giovedì 28 luglio 2011

I costumi


La tavola da lavoro di Rosalie era ingombra di vistose figure danzanti su bianchi fogli di carta.
- Teniamo le scene piuttosto pallide, per poter concentrare tutto il colore sui costumi - spiegò Aubrey, che lavorava in coppia con sua moglie. Egli era il capo: vedeva l'insieme e dava la maggior parte delle idee originali, che essa sviluppava curando i particolari dei costumi.
Rosalie era un'abile artista, una svelta e chiara disegnatrice; Gerald ammirò i suoi nitidi schizzi. Di lì le sarte avrebbero tratto i costumi, e Rosalie stava attenta a dare tutti i particolari, schizzando anche il dietro del vestito e aggiungendo, se necessario, il disegno delle maniche o degli ornamenti.
Come ogni buon disegnatore teatrale, ella sceglieva anche i tessuti, per essere sicura di ottenere proprio il colore e l'effetto desiderati, Doveva fare in modo che gli abiti regali sembrassero di damasco pesante, pur essendo tanto leggeri da permettere agevoli movimenti al ballerino; usando stoffa a buon mercato doveva riuscire a ottenere il ricco riflesso della seta nell'abito di una regina, o lo sfarzoso effetto dell'ermellino agli orli di un mantello regale. Doveva provare il colore sotto luci differenti, per assicurarsi che uno splendido cremisi non si trasformasse in bruno in porpora, e che due sfumature di azzurro non stridessero o diventassero verdi alle luci della ribalta. Rosalie e Judy avevano già trascorso diverse ora nel magazzino d'un negozio specializzato in lavori teatrali, conducendo la loro ricerca tra pezze di rayon, taffetà, cotone e feltro, di tutti i colori dell'arcobaleno. Il risultato era una pila di ritagli di stoffa colorati, che essa univa a ciascun disegno completato dalle istruzioni per la sarta.
- Le scene di corte avranno colori vivaci - disse Rosalie, e prese due schizzi che mostravano una coppia di cortigiani: la dama era in azzurro oltremare e argento, con nastri e merletti, e il cavaliere portava un lungo abito ricamato dello stesso azzurro, e un brillante panciotto a fiori.
I disegni erano ispirati alle percellane dell'epoca di Luigi XIV, poiché questo era il periodo in cui si svolgeva la storia.
- Hai detto che i cortigiani non danzano, vero? - chiese Aubrey.
- Sì, prendono solo parte alla processione - replicò Gerald. - Ma devono avere piena libertà per i movimenti delle braccia - e studiò ancora gli schizzi.
- Ci ho pensato - disse Rosalie. - Le maniche delle donne sono lisce fino al gomito, dove si aprono in una doppia gala di merletti. La mano e il polso restano liberi, e quando il braccio è alzato, il merletto ricade all'indietro, mostrando l'intero avambraccio.
- Bene - approvò Gerald. - E mi piace il corpetto scollato, che slancia la linea del collo.
- Ai tempo di Luigi XIV danzavano veramente con questi costumi? - intervenne Judy. - Non so come riuscissero a muoversi, con delle gonne così ingombranti.
- Non si muovevano molto, infatti - disse Rosalie. - Camminavano semplicemente tracciando dei ricami sul pavimento. La danza era tutta nel movimenti della testa e delle braccia.
- Proprio alle origini del balletto, poi, le donne non danzavano affatto - aggiunse Aubrey.
- Davvero? - disse Judy fissandolo incredula.
- Sì - confermò Gerald. - Dapprincipio il balletto era interpretato solo dagli uomini.
- Quando è incominciato, allora?
- In Francia, ai tempi di Luigi XIV - le disse Gerald. - Alla sua corte si amavano molto le mascherate: storie raccontate mediante il mimo e la danza. Erano cose assai complicate, perché vi partecipavano i cortigiani travestiti e a volte lo stesso re, ed erano tutti uomini, come ti ho detto. Le parti femminili erano interpretate da ragazzi.
- Allora quando cominciarono a prendervi parte le donne? - chiese Judy.
- Quasi subito - rispose Aubrey. - Anch'esse amavano i travestimenti, e ci sono raffigurazioni di dame di corte vestite per una mascherata, risalenti al 1690.
- Eccone alcune - disse Rosalie, sfogliando un libro di storia del costume, che le era servito per il lavoro. Tutti guardarono. Una mostrava una donna vestita da "Ore della notte", con un lungo corpetto aderente che si apriva in una gonna larghissima, decorata intorno all'orlo con le cifre dell'orologio. Un'altra raffigurava una donna il cui cappello e il cui abito consistevano unicamente in gale sovrapposte a cerchio: si chiamava "Follia". [...]
- Quando incominciarono ad accorciarsi le vesti delle donne? - chiese Judy.


- Con Marie Camargo - le disse Rosalie. - Era una ballerina famosa; molto nota intorno al 1720, per prima osò accorciare gli abiti e mostrare le caviglie. - Trovò un ritratto della Camargo, dipinto dal pittore di corte Nicolas Lancret; vi appariva una graziosa fanciulla in atteggiamento di danza. Il suo vestito, dal corpetto aderente e dall'ampia gonna ornata di ghirlande di fiori, era tagliato a parecchi centimetri da terra, e rivelava due caviglie sottili inguainate in calze bianche, e scarpe a punta con alti tacchi.
- Ma come poteva ballare con simili scarpe? - esclamò Judy.
- Non so proprio, - disse Rosalie - ma nessuno sarebbe mai apparso sul palcoscenico senza tacchi.
- Quando comparvero le scarpine da ballo, allora?
- All'epoca della rivoluzione francese - rispose Rosalie. - Come sai, la moda cambiò completamente. Scomparvero le crinoline, subentrò la linea greca. Si portavano lunghe tuniche con la vita alta, e naturalmente sandali piatti, allacciati alla caviglia.
- Venne di qui l'idea dei nastri per le scarpe da ballo? - chiede Judy.
- Credo - disse Rosalie. - Certo questo nuovo abbigliamento permetteva alle ballerine di muoversi molto più facilmente, e non si nascosero più le gambe. La moda portava ancora una volta ad ammirare la bellezza del corpo umano, e si usava persino bagnare i vestiti, perché aderissero maggiormente. Poi venne l'invenzione rivoluzionaria del costume da ballo: il francese Maillot inventò il costume di maglia aderente. I primi erano delle vere e proprie calze lunghe, con mutandine aderenti dello stesso colore. Più tardi furon fatti in un sol pezzo, e naturalmente significarono ormai completa libertà per le gambe delle ballerine. Le gonne poterono tranquillamente accorciarsi sempre di più, w l'attenzione si accentrò sulle gambe e sui piedi invece che sulla testa e sulle braccia.
- Quando si incominciarono a usare le scarpine con la punta rigida? - chiese Judy.
- Non si sa bene - disse Rosalie. - Non ce n'è testimonianza prima del 1870.
- Eppure le ballerine sono raffigurate sulle punte molto prima di questa data.
- Oh sì, la danza sulle punte viene eseguita dal 1820 - disse Rosalie. - Ma si usavano le solite scarpine morbide.
- Doveva essere una tortura! - esclamò Judy.
- Chi inventò la punta rigida? - chiese Gerald.
- E' strano, ma non si sa - rispose Rosalie. - Si incominciò a usarla a poco a poco a partire dal 1870, ma non si sa chi l'abbia introdotta. - Mostrò una fotografia di una delle ultime paia di scarpine non rinforzate. - Queste sono nel Museo dell'Opera di Parigi - disse loro. - Risalgono al 1862. Vedete come la punta e i lati son ribattuti con cuciture? Il piede ne avrà avuto un certo sostegno, penso.
- A chi appartenevano? - chiese Judy.
- A una ballerina francese, Emma Livry.


[...]




Da: "Il balletto classico" di J. Selby - Lowndes

martedì 26 luglio 2011

Attività all'aria aperta: Il Vittoriale

Il Vittoriale degli Italiani è una cittadella monumentale costruita da Gabriele D'Annunzio sulle rive del Lago di Garda su progetto di Giancarlo Maroni tra il 1921 e il 1938.

Il complesso museale comprende gli imponenti giardini che coprono circa il 50% del Vittoriale.
Nella parte inferiore della Villa si trova il "giardino segreto" in cui D'Annunzio ha creato spazi di meditazione su temi eroici, con esplicite citazioni alle battaglie da lui combattute.


Sul Colle Mastio nel 1955 venne costruito dall'architetto Maroni il Mausoleo che ospita, ancora oggi, le spoglie degli eroi di Fiume. Il monumento, ispirato alle tombe etrusco-romane, è costituito da tre gironi di pietra e da una spianata che ospita le 10 arche che circondano la tomba in cui nel 1963 vennero traslate le spoglie di D'Annunzio.


Sempre nei giardini è possibile visitare il MAS, ricoverato nell'edificio realizzato nel 1958 proprio per conservarvi il Motoscafo Anti Sommergibile a bordo del quale D'Annunzio partecipò alla "beffa di Buccari".


Il più suggestivo allestimento che si può ammirare nel parco del Vittoriale è sicuramente la Nave Puglia, con la prua rivolta verso l'Adriatico.
Nel sottocastello della nave è possibile ammirare una collezione di modellini di imbarcazioni di proprietà di Amedeo di Savoia Duca d'Aosta.


Nel parco è poi possibile ammirare un anfiteatro ispirato all'anfiteatro di Pompei. La capienza del teatro, che ospita stagioni teatrali, è di 1500 spettatori.

Al centro del parco si trova la casa del poeta, da lui chiamata Prioria. Tutte le stanze sono caratterizzate dalla penombra poiché la luce diretta infastidiva D'Annunzio che a seguito di un incidente aereo iniziò a soffrire di fotofobia.


La visita alla casa e alle sue stanze viene effettuate in gruppi di 10 visitatori alle volta ed è sempre guidata da competentissime guide.
Dal mese di Luglio, inoltre, è possibile visitare lo Schifamondo: costruzione voluta da D'Annunzio ma da lui mai abitata. La prima stanza visitabile, però, ospitò le spoglie del poeta in quanto la stanza funebre da lui progettata ed arredata nella Prioria risultò troppo piccola per ospitare quanti vollero rendergli omaggio.



Visto il prezzo io vi consiglio vivamante di acquistare il biglietto che comprende, oltre all'ingresso al Vittoriale, la visita guidata della Prioria e del Museo della Guerra: 16, 00 euro (12,00 il ridotto).
La visita guidata dura circa 30 minuti e si snoda per tutte le camere usate da D'Annunzio che offrono, ad ogni visita, nuovi spunti. Non sono visitabili, invece, le stanze usate da Luisa Bàccara, pianista e padrona di casa al Vittoriale. Durante la visita alla casa si devono depositare nel guardaroba (gratuito) borse, zaini, ecc e non sono consentite fotografie o riprese.
Tutto il parco è disseminato di fontanelle di acqua potabile (sembrano chiuse ma basta schiacciare il pulsante per far uscire l'acqua) e vicino al MAS è presente un bar abbastanza economico visto il posto.


Per progettare la vostra visita vi consiglio questi due siti:

lunedì 25 luglio 2011

Circo: l'illusionismo

L'illusionismo, una disciplina non propriamente circense, si divide in due branche:
  • l'illusionismo; che si basa su tecniche teatrali;
  • la prestidigitazione, che comporta un'elevata manualità;
  • il trasformismo, cioè la capacità di cambiare costumi, pettinature e scarpe in pochissimi istanti.
Uno dei primissimi e, forse, uno dei più famosi illusionisti di tutti i tempi è Houdini che deve il suo nome d'arte al francese Hudin.
Trasferitosi giovanissimo dall'Ungheria negli Stati Uniti, Houdini inizia il suo successo dopo il matrimonio. Data la grande concorrenza decide di dedicarsi all'escapologia pubblicizzando i suoi spettacoli proponendo evasioni da veri carceri.



Di ritorno da una tournée in Europa viene assoldato dal circuito RKO.
Il successo di questo illusionista è dovuto essenzialmente a quattro fattori:
  • il culto del fisico;
  • l'illusionismo;
  • l'idea di uomo che si crea da solo;
  • il disprezzo dell'autorità.


Al termine della sua carriera Houdini inizia a combattere contro i falsi medium e propone numeri di enterlogia.

Nel campo della prestidigitazione Barton e Mac Brait devono essere ricordati in quanto fondamentali nell'evoluzione della disciplina.

Grande trasformista è, invece, Fregoli, in grado di mettere in scena, da solo, un intero spettacolo.

mercoledì 20 luglio 2011

Attività all'aria aperta: agripanetteria

Oggi, con il Centro Estivo di Castelnuovo Calcea, abbiamo visitato un'agripanetteria a Villanova d'Asti, comune alle porte di Torino.

Dopo essere stati accolti dai proprietari, ai bambini è stato proposta la produzione di una pagnotta: dall'impasto, alla lievitazione alla cottura.


Dopo il lavoro manuale la visita agli animali...
Arrivando nell'azienda si notano subito le mucche da carne di razza Piemontese, riconoscibilissime per il manto bianco, a cui i bambini hanno "preparato il pranzo" con paglia e fieno.


L'azienda ospita anche due asinelle, una di diciotto anni e una di poco più di otto, molto socievoli.
La più chiara, nella foto, a breve darà alla luce un asinello!


Sul retro della fattoria si può trovare il recinto degli animali da cortile: Trilly la capra, Prosciutto il maialino e le gallinelle dal particolare piumaggio giallo.


Il pomeriggio è stato dedicato al gioco libero nel grande prato e sui covoni di fieno messi a disposizione per "arrampicate" e "scivolate".

domenica 17 luglio 2011

Attività all'aria aperta: osservare gli insetti

Un'attività interessante che riscuote molto successo soprattutto tra i bambini della scuola primaria e dell'ultimo anno della scuola dell'infanzia è l'osservazione degli insetti.

Con particolari contenitori-microscopi è possibile "catturare" insetti e piccoli rettili ed osservarli attraverso due lenti poste sul coperchio degli stessi.
Questi ingranditori permettono di osservare gli animali attraverso una lente x2 o una lente più potente che ingrandisce 4 volte.


Dopo aver spiegato ai bambini di "catturare" gli animali con molta cautela evitando di procurargli traumi inutili ho chiesto di osservarli nel dettaglio, alternando le lenti, e di disegnarli nel modo più preciso possibile.
Senza troppi problemi i bambini hanno esplorato il giardino, catturando: cavallette, ragni, lucertoline, farfalle, api, formiche...


All'inizio il prato sembrava privo di vita e invece... quanti animali che si possono trovare!


Per chi desidera approfondire il "tema" insetti vi propongo qualche risorsa dalla rete:

lunedì 11 luglio 2011

Il "corpo" di Merleau-PontyArteau

Guardando al '900 non si trovano nuovi "modelli di corpo" se non quelli di Platone, Spinoza e Nietzche rivisti.


Merleau-Ponty (1908-1961) considera la percezione come un evento: percepire le cose significherebbe viverle. La corporeità, quindi, è la base della soggettività che pensa alla realtà.
Il corpo è il punto zero che permette, da un certo orientamento, di definire gli "altrove".

Merleau-Ponty, inoltre, considera il corpo come un organismo sessuato: l'affettività esprimerebbe il modi di stare al mondo. Il corpo, però, non si esaurisce nella sessualità, in quando ha sempre una spinta trascendente e trasformativa.
L'intersoggettività, in questo pensiero, è intercoporalità ed è preriflessiva; cioè è composta dalla trama degli affetti, dal piano sensoriale.

In un'opera postuma viene elaborata il concetto di "carne" che apparterrebbe a tutte le cose. L'incontro, quindi, avverrebbe sempre in una relazione di carne.

Questo autore affronta anche il tema della comunicazione ed in particolare:
  • parola parlante (gesti del corpo, affetti);
  • parola parlata (parole, voce).
Negli anni in cui scrive e lavora Merleau-Ponty in teatro vengono rappresentate le opere di Samuel Beckett che segnano la scollatura tra parola e corpo: di fronte al proliferare della parola il corpo si ingessa ed appare apatico, solo, non organico, senza fine e tragi-comico.


Artaud, invece, vuole sprigionare sulla scena emozioni.


"Per farla finita col giudizio di Dio" di Artaud è una registrazione per la radio incisa nel Novembre del 1947 e trasmessa solo nel 1986.
Il "giudizio di Dio" del titolo è l'assoggettarsi del corpo alla ragione: Dio è ciò che costringe la vita.

venerdì 1 luglio 2011

Venerdì del libro: Ho attraversato il mare a piedi

Oggi, per partecipare all'iniziativa di Homemademamma, vi propongo un libro che ho scoperto girovagando per la libreria Feltrinelli della Stazione Centrale di Milano.


A colpirmi è stata soprattutto la copertina. Il davanti lo vedete nell'immagine qui sopra, mentre dietro si vede la stessa ragazza ripresa dall'altro lato.
Il libro, edito da Mondadori, è consigliato dai 14 anni in poi e ben si inserisce nell'ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia.

Qui sotto vi riporto il "riassunto" che ne danno in rete:

"Dopo due femmine, mia madre e mio padre volevano un maschio. Invece sono arrivata io." Con queste parole inizia l'incredibile racconto di Anita, la sua avventura, il viaggio della sua vita che la porterà dal Brasile in Italia, da semplice ragazza a eroina dei due mondi. A soli quattordici anni Anita è costretta a sposare un uomo che non ama. Ma lei già sogna l'oceano che un giorno attraverserà, sogna un destino diverso, sogna l'amore, quello vero. Anita non è fatta per obbedire ai prepotenti, non è fatta per subire i soprusi, non può rinunciare ai suoi ideali. A diciotto anni incontra José Garibaldi, il "pirata italiano". Se ne innamora perdutamente. "La mia felicità ha un nome: José. Non avevo mai pensato che potesse accadere. A me." Questo libro racconta l'amore di Anita e Giuseppe Garibaldi. E di una dellei più forti passioni che li unì: l'Italia.

Sullo stesso scaffale ho poi trovato anche questo nuovo libro di Paola Zannoner: "Rocco + Colomba. Una storia d'amore nel Risorgimento".


Ecco la quarta di copertina, giusto per incuriosire...

Marsala, 1860. Un fallito attentato a Garibaldi, appena sbarcato sull’isola e accolto da una folla esultante, fa esplodere l’amore fra Rocco detto “Marinaretto”, il più giovane fra i Mille, e la siciliana Colomba. E’ una storia a tinte rosa quella scelta da Paola Zannoner per il suo nuovo libro Rocco + Colomba, edito da De Agostini. Un racconto che, dipanandosi secondo un copione classico - la passione che esplode fra due iniziali nemici, un po’ come nell’Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, non a caso citato dall’autrice - ha il merito di trasportare i giovani lettori (il libro è consigliato dai 10 anni in su) in un’epoca storica che per quanto al centro, quest’anno, di tante celebrazioni, difficilmente riesce a catturare, fra i banchi di scuola, l’interesse degli adolescenti. Se l’attentato all’Eroe dei due mondi è pura finzione narrativa, perfettamente reale è il contesto di un’Italia che segue con attenzione ed entusiasmo l’epopea dei Mille, ma al tempo stesso ne paga le derive violente, soprattutto in una Sicilia dove la mafia comincia a muovere i primi passi. E reali sono anche alcuni personaggi che fanno da cornice all’amore fra i due giovani: Garibaldi, Bixio, Crispi e persino lo scrittore Alexandre Dumas padre.